È già dal 31 gennaio scorso che il Consiglio dei Ministri ha dichiarato lo stato di emergenza per il rischio sanitario connesso al coronavirus. Da allora, per frenare la crescente estensione del contagio, decreto dopo decreto, il Governo il 9 marzo scorso è giunto a vietare in tutta Italia ogni spostamento che non sia motivato da:
- comprovate esigenze lavorative
- situazioni di necessità
- motivi di salute
- rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza
È chiaro che, oltre alla difficoltà di gestire i figli durante la chiusura delle scuole ed evitare i rischi di contagio, per le coppie separate si è subito presentata anche quella di gestire le visite fra i figli e il genitore non collocatario.
Fortunatamente già il 10 marzo scorso il Governo, sul suo sito istituzionale, ha chiarito che:
«gli spostamenti
- per raggiungere i figli minorenni presso l’altro genitore o comunque presso l’affidatario,
- oppure per condurli presso di sé,
sono consentiti, in ogni caso secondo le modalità previste dal giudice con i provvedimenti di separazione o divorzio».
Pertanto, il diritto di visita e frequentazione fra genitori e figli, rientra nelle “situazioni di necessità” previste dai decreti ministeriali dell’8/9 marzo 2020 ed è dunque consentito.
Il Tribunale di Milano è stato uno dei primi che si è pronunciato sul rifiuto di un genitore di osservare il consueto calendario delle visite padre-figlio, confermando quanto sopra (puoi leggerlo qui decreto 11.03.2020 Tribunale Milano).
Resta però un problema: che fare quando applicare alla lettera i provvedimenti del Tribunale può esporre i figli ed i genitori ad un altro rischio di contagio o non è più oggettivamente possibile Ad esempio che fare se:
- un genitore per ragioni di lavoro o servizio è particolarmente esposto al contagio e potrebbe trasmetterlo ai figli
- un genitore, ritenendo così di ridurre i rischi, si è trasferito in luogo isolato, magari la seconda casa in montagna
- i provvedimenti del Tribunale prevedono le c.d. “visite in ambiente protetto” e gli operatori, causa emergenza sanitaria, hanno sospeso il servizio
I genitori dovrebbero trovare nuovi accordi … ma se non avviene?
In questo caso non resta che tornare a rivolgersi con urgenza al Tribunale perché esamini la nuova situazione. Se potrà farlo nei tempi che le relazioni familiari richiedono è ancora tutto da vedere.
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